Ecco "Andor", la serie che è l'ultimo tassello di Star Wars: "Così nasce la ribellione"

Lo sceneggiatore Tony Gilroy, il protagonista Diego Luna e il cast di Andor raccontano la nuova serie di Star Wars, le sue incredibili ambizioni e il suo rapporto con il film Rogue One.

Ecco Andor la serie che è lultimo tassello di Star Wars Così nasce la ribellione
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Approderà su Disney+ il 21 settembre e promette di non passare inosservata Andor. La nuova serie ambientata nell’universo Star Wars infatti farà molto più che esplorare le origini di Cassian Andor, il personaggio interpretato dall’attore Diego Luna nel film Rogue One.

Con i suoi 12 episodi, Andor ci porta in un momento ancora inesplorato dalla lunga linea temporale della galassia lontana lontana: quella in cui il germe della resistenza dislocata su alcuni pianeti diventa la Ribellione. Un’organizzazione diffusa e stratificata, impegnata a sabotare i piani dell’Impero. Il tutto con un mood più realista e sfumato rispetto al tono generale dei prodotti Star Wars, esattamente come avveniva in Rogue One.

Ecco

Ne abbiamo parlato con il creatore Tony Gilroy, il protagonista Diego Luna e parte del cast, formato da ritorni di volti noti e nuovi ingressi nell’universo di Star Wars.

  • Tony Gilroy - sceneggiatore e produttore esecutivo
  • Diego Luna - attore, interprete di Andor
  • Genevieve O'Reilly - attrice, interprete di Mon Mothma
  • Denise Gough - attrice, interprete di Dedra Meero
  • Kyle Soller - attore, interprete di Syril Karn

Tony, questa serie di colloca prima degli eventi di Rogue One e racconta la genesi della Ribellione. Ha un approccio differente dal solito nell’universo Star Wars. Cosa ti ha ispirato e qual è la tua visione su Andor?

TG - L’idea che mi ha convinto è stata quella di seguire un personaggio per tutta la sua vita, esplorando a fondo i motivi che l’hanno portato a fare parte della Ribellione, a compiere in suo nome missioni difficilissime. Sappiamo già come finirà per Andor, sappiamo già cosa sarà in grado di fare prima della chiusura della sua storia nel film Rogue One. Questa serie esplorerà ben cinque anni della sua vita in cui pian piano è entrato in questa organizzazione clandestina, esplorando i motivi nascosti nella sua infanzia sul perché e sul come si ritrovi a fare questa scelta.

Cassian Andor è il fulcro di una serie attorno a cui ruotano moltissime storie e altrettanti personaggi. Sarà un lungo viaggio: sia nella galassia, sia nel mondo interiore di un uomo davvero tormentato.

Questa storia sembra molto ancorata alla realtà. Chi avevi in mente quanto l’hai scritta?

TG - Beh, non è un segreto che esista un’enorme comunità di appassionati di Star Wars. Non è però monolitica, ci sono tante differenti fazioni al suo interno. Le dimensioni di questo gruppo sono tali che abbiamo avuto le risorse e il tempo necessari a realizzare questo show che porterà qualcosa di radicalmente differente rispetto a ciò che è venuto prima. Non siamo stati cinici, mai, anzi la parola d’ordine sul set ogni giorno era realtà. Volevamo sembrasse reale, perché questo posto per noi lo era. Speriamo che quello che porteremo al mondo di Star Wars venga apprezzato dalla comunità di appassionati, speriamo apprezzino il nostro sforzo di rendere il tutto il più reale possibile. Inoltre Andor può essere un perfetto punto d’ingresso a Star Wars, per quanti non hanno mai visto i film o altre serie: sono 12 episodi che possono funzionare anche come introduzione a questo mondo narrativo. La scommessa è quella: soddisfare i fan e attrarre quanti non conoscono il franchise principale ma amano le serie.

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Diego, cosa ti ha convinto a tornare a indossare i panni di Cassian Andor? Forse la possibilità di completare il ritratto di questa persona, esplorando le sue zone oscure?

DL - Esattamente questo. Rogue One è un film su un evento, perciò non si potevano approfondire troppo i personaggi. Non si capiva con precisione da dove venissero, cosa li motivasse. A convincermi è stata innanzitutto la possibilità di poter tornare a lavorare con Tony e con la famiglia di Star Wars. Tony è una persona che ammiro, mi piace stare in sua compagnia e lavorare con lui.

Trovo che oggigiorno sia molto importante esplorare i motivi e i contesti in cui nasce una rivoluzione, ciò che dà significato alla vita di qualcuno di sposto a sacrificare tutto ciò che ha per una causa. Cosa deve succedergli? Questo per me ha molta importanza. Il personaggio di Andor in Rogue One diceva alcune cose che continuavano a tornarmi in mente: nella pellicola a un certo punto rivelava di aver dovuto iniziare a battersi a soli 6 anni. Andor ha un passato oscuro e fa cose anche terribili per la Ribellione. Nella serie capiremo esattamente a cosa si riferisse.

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Qual è il lato di Cassian Andor che volevi esplorare di più?

DL - Direi la possibilità, il limite. Tutti, se lo vogliamo, possiamo fare grandi cose, capisci? Quanto in là può spingersi Cassian, di cosa è davvero capace? Al contempo ho sempre pensato a lui come a un personaggio che è stato costretto a mettersi in moto e per questo porta sempre con sé una certa dose di dolore, che lo rendere sempre un po’ cinico nei confronti della vita.

Nella serie Andor ritroveremo anche il personaggio di Mon Mothma. Genevieve, come è stato esplorarne nuovi aspetti?

GOR - Come dici tu abbiamo già incontrato Mon Mothma molte volte, in molti contesti. Fino ad oggi l’abbiamo sempre vista composta, regale, piena di dignità nel suo ruolo di senatrice. Finalmente avrete modo di vedere la donna dietro la carica istituzionale, il suo privato, il suo essere uno dei capi della Ribellione, ma anche una donna.

L’hai interpretata anche in Rogue One…come è cambiata Mon Mothma?

GOR - Tony l’ha resa molto, molto coraggiosa. La ritroviamo molto sola, in un mondo fatto di ortodossia e artifici. Lei tenta di rimanere fedele ai suoi principi e ai suoi valori in una realtà davvero opprimente. Ha un certo spazio d’azione, ma è comunque intrappolata in una gabbia, anche se dorata.

Denise, tu invece interpreti un personaggio inedito, Dedra Meero. Cosa ci puoi dire di lei?

DG - Dedra è un personaggio molto particolare. Fa parte dell’impero, è un ufficiale ISP, ma è il gradino più basso di una lunghissima scala gerarchica. Tuttavia è incredibilmente ambiziosa e molto, molto meticolosa. Quello che amo di questo personaggio è che rimane una donna che si muove in un mondo dominato da uomini, che spesso non si rendono conto quanto sia brava a leggere l’ambiente circostante.

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In un certo senso Kyle, Syril somiglia a Dedra in questo no?

KS - Sì, perché entrambi sono outsider in questo mondo. Mi piace interpretare un personaggio su cui si possano evidenziare gli effetti che ha il potere quando viene concesso, anche in piccolissime dosi, a qualcuno. Ogni tanto vedendo il personaggio di Dedra mi veniva quasi da dire “vai ragazza, sei fortissima!”, solo dopo ti viene in mente che fa parte di un’organizzazione simil-fascista (ride). Il mio Syril invece è un personaggio che cerca di colmare un vuoto interiore enorme e per questo può finire da un lato o dall’altro: Ribellione o Impero. Ha molte zone grigie, è tridimensionale.

Cosa puoi dirci dei set, cosa ti ha sorpreso?

KS - Il livello di dettaglio è semplicemente pazzesco quando lavori a Star Wars. Di solito i set sono mere facciate, sono per lo più vuoti, spogli. Qui invece ogni mobile, ogni armadietto è pieno di oggetti di scena, nasconde una storia che poi lo spettatore nemmeno vedrà. Persino la troupe è parte attiva del set. Ogni tanto vedi questa schiera di persone al lavoro, si spostano un po’ e appare una fila di Stormtrooper. Ti sembra di vivere davvero dentro Star Wars.