World Of Warcraft Dragonflight recensione

World Of Warcraft Dragonflight recensione

Parlare di World of Warcraft è quasi come parlare di un cugino che vive lontano da casa tua. Sebbene oggi esistano molteplici strumenti per restare in contatto con lui, quella che ti resta impressa è sempre la volta in cui compri un biglietto del treno per andare a trovarlo. E ogni volta che capita, respiri un po’ quell’aria di malinconia che ha contraddistinto, in passato, un capitolo felice della tua vita.

A parlarvi in questo modo è uno di quei giocatori coriacei che non ha mai voluto rinunciare veramente al gioco. Sebbene gli impegni siano molti, il tempo di tornare almeno una volta sulle terre di Azeroth lo abbiamo trovato tutti. A maggior ragione, soprattutto, nel momento di uscita di una nuova espansione tematica. 

Il feedback non è sempre stato superlativo, ma con Dragonflight sembra che Blizzard abbia voluto ancora una volta rinnovare l’offerta e le meccaniche alle spalle del titolo. Un modo ingegnoso per farci capire che in fondo, a discapito di quanto si dice, le intenzioni sono buone e la voglia di andare avanti in un determinato modo c’è. Basta volerlo, no?!

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Il tesoro dei draghi

I draghi di Azeroth sono molto diversi dai canonici draghi appartenenti al genere fantasy. Non soffrono tutti di cupidigia, non amano dormire sopra enormi tesori e, soprattutto, non vanno in giro a fare indovinelli poiché tediati dal loro dolce far nulla. Nelle diverse epoche vissute nel gioco, e non solo, i draghi in World of Warcraft hanno compiuto numerose gesta ricordate negli annali, sebbene quelle che vengono maggiormente ricordate -fino a oggi- riguardano la sconfitta di Galakrond e il cataclisma portato da Deathwing su Azeroth.

Sul primo caso potete farvi un’idea nei filmati introduttivi proposti da Blizzard sui loro canali di comunicazione ufficiali, mentre per il secondo, vi basterà giocare parte degli eventi avvenuti durante l’espansione Cataclysm. Che oggi diventa pure una passeggiata di piacere, consigliatissima tra l’altro.

Arriviamo comunque a oggi, un momento particolare in cui i draghi tornano in pompa magna. Sono i protagonisti indiscussi dell’espansione, non solo a livello nominale, tanto da trovarli praticamente in ognuno degli aspetti caratteristici del titolo.

Narrativamente parlando torniamo ad avere a che fare con gli aspetti draconici, esseri di enorme potenza in passato indeboliti dallo scontro con Deathwing. Oggi invece pronti a ristabilire l’ordine del proprio stormo, una ricerca in linea con principi quali onore e famiglia, in cui ogni capostipite pretende ogni bene per la salvaguardia dei suoi simili.

I villain di turno questa volta sono i Primalisti, draghi imprigionati eoni fa oggi riportati in libertà e, chiaramente, incazzati per il torto subito. Al momento in cui stiamo scrivendo l’articolo, dopo aver portato al massimo livello il nostro personaggio, possiamo dirvi ben poco sulla loro funzione ai fini della narrazione, questo perché nel modello di pubblicazione dei contenuti, l’MMO è in attesa dell’arrivo dei Raid necessari per sviluppare la storia e portarla a compimento.

Questi draghi sembrano nascondere più di quello che sembra, e gli spunti sulla corruzione di Neltharion (Deathwing) lasciano presagire che sentiremo ancora parlare degli Dei Antichi, come se il loro ruolo anche dopo gli avventi di Azshara siano ancora lontani dal loro completo esaurimento. Al momento l’unico ciclo chiuso sembra quello della Legione Infuocata, soprattutto dopo la partenza di Illidan.

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Una nuova razza, nuovi modi di giocare

Sul fronte contenutistico, World of Warcraft ha finalmente aggiunto una nuova razza giocabile, accompagnata da una classe che può ricevere come specializzazione il ruolo di Assaltatore o Guaritore. Creati da Neltharion in tempi remoti, questi umanoidi dalle fattezze draconiche vengono chiamati Dracthyr e sono rimasti addormentati per molto, almeno fino al risveglio compiuto dal drago Nozdormu.

Il loro ruolo nell’ecosistema del gioco è al momento circoscritto agli eventi dell’espansione. Senza di essa non avrebbero ragione di esistere, se non altro perché il loro background, oltre l’accenno a Neltharion e alla sua corruzione, non sembrano avere per il momento un ruolo più importante. Giocarli è sicuramente divertente, complice la classe Evocatore, che nel ruolo di Assaltatore offre interessanti rotation tutte da padroneggiare.

Il giocatore deve essere in grado di intervallare correttamente i poteri dello stormo blu e rosso, un particolare binomio che garantisce con il giusto timing un buon rating nel conteggio del DPS, che comunque andrà compreso nel tempo nella normale massimizzazione del gear a seguito del completamento dei Raid. 

Sono tornati gli skill-tree vecchio stampo, con quell’alberatura ormai dimenticata da qualche espansione a oggi, un surplus soprattutto quando si cerca di massimizzare i talenti a seconda delle necessità. Facendo un conteggio delle abilità in possesso del Dracthyr, i punti di forza sono raggruppabili nell’ottica di compiere un ottimo danno AoE, grazie a delle abilità mirate come Eternity Surge o Fire Breath (che sono le nuove spell caricate), ma anche un buon danno single target, a patto che vengano osservati i vari buff nel momento giusto.

Per dire, Scarlet Adaptation è ottimo perché permette di convertire parte delle cure in danno, ma sono ottime anche le spell Disintegrate e Shattering Star, tutto sta a vedere il momento giusto per usarle (come al solito). I punti deboli di questa classe sono sicuramente evidenziabili nel range di attacco, se non altro perché devono stare fin troppo vicini agli avversari per castare le loro abilità di caricamento.

Sul fronte della sopravvivenza, stile cure o altro, abilità come Obsidian Scales finiscono pure per salvarvi la vita (30% di danno ridotto per 12 secondi con un cooldown di 1.5 minuti), ma anche l’Emerald Blossom o la Living Flame possono salvarvi la vita in merito a cure lanciate su se stessi o sugli altri, perfino se speccati con Devastation al posto di Preservation.

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Cambia il volo, cambiano le reputazioni

Serviva in qualche modo svecchiare il sistema del volo in World of Warcraft, o comunque fare in modo che esistesse qualcosa per velocizzare lo spostamento nelle aree di gioco. Pagando un lauto compenso agli istruttori di classe, potevamo utilizzare le nostre cavalcature volanti per lo scopo. Oggi invece ci sono i draghi, draghi ovunque.

E così la Blizzard ha deciso di creare quattro draghi cavalcabili, sbloccabili durante la storia e personalizzabili alla buona (cambio corna, qualche dettaglio, il solito insomma). Possono volare sin da subito sulle isole, ma devono fare attenzione al consumo del loro vigore, una scusa necessaria e sufficiente per garantire che il gioco duri abbastanza a lungo nella fase di leveling.

Al fine di migliorare il proprio drago bisognerà trovare alcuni progetti nascosti nelle ricompense di missione, o negli zaini sparsi per il mondo, mentre per le abilità sarà necessario raccogliere dei glifi posizionati nella mappa, ognuno utile a sbloccare delle abilità dedicate pensate per massimizzare il vigore e la rigenerazione di quest’ultimo durante il volo, usando l’abilità Brivido dei Cieli.

Più si vola in velocità, più si recupera vigore. All’inizio vi capiterà spesso di lanciare imprecazioni alle divinità draconiche, ma dopo un po’ di esplorazione, è garantito il divertimento, nonché lo spostamento veloce nel mondo al fine di compiere le daily, attività che vi terrà per mano durante tutto il percorso necessario a massimizzare le reputazioni.

Questa volta sembrano strutturate in modo più interessante, e a dirvelo è una persona che non ama particolarmente svolgere queste attività durante il gameplay. Nel gioco sono state inserite quattro nuove fazioni: Spedizione delle Scaglie di Drago, Centauri Maruuk, Tuskarr di Iskaara e Accordo di Valdrakken.

Onestamente le abbiamo trovate tutte ben contestualizzate nel gioco, soprattutto interessanti in funzione delle missioni e dell’evoluzione della storia. Per dirvi, i centauri fino a oggi erano una razza piuttosto accantonata nel mondo di gioco, utilizzata pochissimo e intravista forse ai tempi delle prime esplorazioni a ridosso di Orgrimmar, mentre oggi c’è la possibilità di approfondirne usi e costumi, come il loro rapporto tribale con la morte e la loro netta divisione tra clan. Un po’ come avvenuto in passato per gli orchi, impostazione stile Draenor ma meno accentuata.

I Tuskarr sono simpaticissimi, i più li ricorderanno certamente dai tempi di WoTLK, quando spuntavano sulle spiagge di Northrend. Oggi propongono tutto un sistema di pesca e cucina molto divertente da assecondare, un arricchimento pensato per incentivare l’utilizzo delle professioni, fino a oggi rimaste molto standardizzate. Oggi ogni professione ha subito delle modifiche sostanziali, sono cambiate le interfacce, sono stati creati accessori per ogni professione che possono massimizzarne gli effetti, esistono abilità dedicate e sono stati aggiunti anche gli ordini di professione, un sistema simile all’auction house pensato per offrire ai giocatori un modo più attivo di creare e vendere i propri prodotti.

Ogni reputazione ha un livello massimo di venticinque ma raggiungerlo sarà tosto, soprattutto nel tempo.

World Of Warcraft Dragonflight recensione

Versione Testata: PC

8

Voto

Redazione

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World Of Warcraft Dragonflight recensione

È ancora presto per spenderci con precisione circa il valore di Dragonflight. Come avviene solitamente per le espansioni di World of Warcraft, è ancora lontano il giudizio definitivo con cui decidere, con certezza, il valore dell’espansione in confronto alle altre. Motivo per cui abbiamo deciso di inserire un voto iniziale, uno stemma di accoglienza utile solo per gli indecisi, o almeno per tutti coloro i quasi soffrono ancora l’indecisione di tornare o meno sulle terre di Azeroth. Dragonflight ha sicuramente ottime potenzialità, ma la curiosità massima resta sempre la stessa: cosa succederà dopo?