No Man's Sky

Potremmo iniziare il nostro articolo con tantissime metafore, o citazioni, tratte dai più grandi kolossal della fantascienza, ma noi preferiamo di gran lunga avvicinarci a No Man's Sky con un grande, unico, dogma: dare importanza al viaggio, più che alla destinazione.
Chi ha messo le mani sul gioco, probabilmente, avrà provato lo stesso sentimento di smarrimento al primo lancio, ma avanzando passo dopo passo nell'immensità di questo spazio profondo composto da 18 trilioni di pianeti é facile sentirsi piccoli e inermi. Per questo risulta importante cercare di valorizzare le piccole cose, poiché le medesime saranno le piccole molliche di pane che vi condurranno a casa, o in qualsiasi altro posto gli sviluppatori abbiano scelto come finale di questa incredibile avventura.
Quella che leggerete non é una vera e propria recensione, ma nemmeno un diario di bordo, o un podcast radiofonico, né una registrazione colma di date stellari e appunti del capitano. No. Quello che vogliamo fare é regalarvi la nostra impressione più intima, proprio perché forse l'elemento più importante da valorizzare e giudicare in questo gioco é la nostra reazione a quest'ultimo.
Come ci arricchirà il nostro viaggio? Cosa impareremo?



Lancio nel vuoto


L'inizio di No Man's Sky é già di per sé un vero e proprio capolavoro. Veniamo letteralmente lanciati nello spazio, senza sapere che forma abbiamo, chi siamo e soprattutto dove dobbiamo andare. La nostra astronave procede a velocità supersonica e atterra danneggiata su un pianeta randomico, il quale si presenterà con caratteristiche peculiari uniche nel loro genere.
La prima sensazione di fastidio, se così può essere definita, é legata alla mancanza di un tool di creazione del personaggio. In un universo procedurale come quello creato dagli sviluppatori di Hello Games, perché non ci viene concessa la possibilità di crearci un nostro alter ego personalizzato? E soprattutto perché tutti, e sottolineiamo tutti i giocatori, devono iniziare necessariamente con la stessa piccola, a tratti ridicola, astronave rossa? Questo é un punto ambiguo dell'opera, perché se da un lato può essere additato come difetto strutturale, dall'altro cerca di rafforzare il senso di smarrimento, che sembra essere una delle prerogative principali da trasmettere al giocatore.

Superato questo primo scoglio mentale, é importante cominciare a prendere familiarità con la configurazione dei comandi adattata al controller della PlayStation. Il movimento viene gestito dalla leva analogica di sinistra, mentre invece quella di destra regolamenterà lo spostamento della visuale. La pressione del tasto R3 permette di fare un breve scatto, il tasto X ci fa accedere al jetpack (utilissimo per superare ostacoli in altezza) mentre invece il grilletto superiore R2 viene dedicato al tool minerario, praticamente lo strumento più utilizzato del gioco.

Il suddetto tool, anch'esso standard ed uguale per tutti ad inizio avventura, permette al giocatore di raccogliere innumerevoli risorse dagli elementi intorno a lui, che possono variare dal Ferro al Carbonio, passando per il Plutonio, l'Iridio e molti altri. I chimici si divertiranno moltissimo a rileggersi la tavola periodica degli elementi, mentre tutti gli altri impareranno nuovamente che quasi tutte le forme di vita che ci circondano sono composte dal carbonio.


Ogni risorsa raccolta occuperà uno slot all'interno dell'inventario, il quale risulta limitato a 12 slot. Anzi 9. Perché tre di questi sono già occupati dai supporti vitali della tuta, insieme ad un minimo di protezione utile a sopportare le condizioni climatiche avverse che troverete nei pianeti che andrete a visitare. Questa possibilità impone uno stile di gioco molto particolare, che non piacerà molto agli amanti del farming.

E' vero, potete spostare oggetti dalla tuta all'astronave, ma anche quest'ultima per gran parte delle ore iniziali del gioco resterà parecchio ristretta, quindi vi impedirà di poter mettere da parte le risorse che raccoglierete nei vostri viaggi. Per questo, tornando allo stile di gioco imposto, avendo la possibilità di raccogliere praticamente tutto quello che vi circonda, diventa importante fare una selezione oculata, scegliendo ciò di cui realmente abbiamo bisogno.

Non preoccupatevi troppo, comunque, perché durante la vostra esplorazione potrebbe anche capitarvi di trovare moduli aggiuntivi per la tuta, così da poter aumentare lo spazio di storage dedicato. Per le astronavi é un po' diverso, dato che al momento abbiamo notato che l'unico modo per aumentare lo spazio é quello di comprare un'astronave nuova (costano carissime, un vero colpo al cuore).

No Man's Sky


La nostra tuta avrà bisogno di essere alimentata per proteggerci, magari con dello Zinco, mentre il supporto vitale necessiterà di una grande quantità di Carbonio o Plutonio per potervi tenere in vita. Ed ecco che subentrano i primi problemi. Lo spazio ristretto si scontra con la voglia di conservare il più possibile, ma questo diventa un circolo vizioso malsano, un fattore che é bene evitare per non rovinarvi l'esperienza di gioco.

L'alternativa? Esplorare. Ci sono moltissimi punti di interesse in ogni pianeta, moltissimi rifugi, avamposti, reliquie, monumenti alieni, sonde distrutte che possono regalarvi tecnologie extra, insomma tantissime cose che potranno arricchire la vostra esplorazione facendovi rimanere –per assurdo- molte ore anche solamente su un pianeta. La voglia di conoscere ogni piccolo anfratto nascosto viene praticamente naturale.

Guida galattica per no man'scafisti


Il tool minerario che possediamo é anche un utilissimo scanner e ci permette, premendo il tasto L3 ad esempio, di sondare come un sonar la superfice del pianeta facendoci scorgere le risorse con cui possiamo interagire. Con il grilletto L2 può invece analizzare la fauna e la flora che ci circonda, così da aggiungerla all'interno di un database dove possiamo letteralmente rinominare ogni cosa con il nome che vogliamo. Ergo, potremmo chiamare una particolare specie di camaleonte Rango, e tutti gli altri giocatori dell'universo vedrebbero quell'animaletto con tale nome. Stessa cosa per quanto riguarda i pianeti, gli avamposti, etc. etc.
Questo particolare aspetto concede al giocatore di sentirsi il vero protagonista della storia, o comunque un tassello importante della medesima, visto il potere che gli viene conferito con questa opportunità.

No Man's Sky


No Man's Sky

No Man's Sky


Questo primo articolo vuole essere un'introduzione della nostra esperienza con No Man's Sky e, chiaramente, rimarrà privo di voto poiché incompleto e ancora troppo acerbo per poter esprimere un giudizio vero e proprio. Tornate a trovarci, sicuramente vi mostreremo molto altro ancora.