Avatar, la via dell’acqua: James Cameron spiega perché ha voluto Kate Winslet e Sigourney Weaver nel sequel

Avatar la via dellacqua James Cameron spiega perché ha voluto Kate Winslet e Sigourney Weaver nel sequel

Cameron ci lavora e crede sin dal 2010, quando in pochi pensavano ci sarebbe stato un Avatar 2, ancora più ambizioso e faraonico del predecessore, diventato il più grande incasso cinematografico di tutti i tempi.

Il tempo, quello sì, ha dato ragione al regista di Titanic, che dopo lunghissimi anni di lavorazione e uno stop per pandemia e uno per l’acquisizione di FOX da parte di Disney, è finalmente pronto a mostrare uno dei film più attesi dell’anno al pubblico in sala. Avatar: la via dell’acqua viene già descritto come stupefacente a livello tecnico, ma Cameron e Landau, i produttori della pellicola, impostano tutta la conferenza stampa sulle persone che hanno permesso di realizzare il film.

Avatar, la via dell’acqua: James Cameron spiega perché ha voluto Kate Winslet e Sigourney Weaver nel sequel

Come già notato da molti, il gruppo di interpreti protagonisti è rimasto sostanzialmente lo stesso, con l’aggiunta di pregio di Kate Winslet. Ecco perché Cameron l’ha voluta di nuovo al suo fianco dopo Titanic e come è riuscito a resuscitare Sigourney Weaver dalla morte di Grace nel primo film.

  • James Cameron - regista e produttore
  • Jon Landau - produttore
  • Sam Worthington - interprete di Jake Sully
  • Zoe Saldana - interprete di Neytiri
  • Sigourney Weaver - interprete di Kiri
  • Kate Winslet - interprete di Ronal
  • Stephen Lang - interprete del colonnello Miles Quaritch

Quando hai saputo che saremmo tornati nel mondo di Avatar?

James Cameron - Al giorno d’oggi tutti pensano che quando un film fa tantissimi soldi al botteghino, allora si farà subito un sequel. Eppure ET non ha visto tornare Steven Spielberg dietro la cinepresa, pur essendo stato un grandissimo successo: non è mai automatico. Nel caso di La via dell’acqua, a un certo punto ho pensato che fosse arrivato il momento giusto e mi sono messo in contatto con i miei attori. In questa stanza ci sono più o meno le stesse persone dell’altra volta: erano tutti disponibili, ci siamo organizzati e ci siamo messi al lavoro.

Per quanto riguarda il fare un sequel in rapporto alle aspettative del pubblico, penso che le persone vogliano un capitolo due che onori le atmosfere e i valori del primo e ne porti avanti il testimone. Il secondo Avatar è questo, ma è anche ancora più ambizioso. Posso dire che questo film è molto più complesso del primo, a livello di relazioni e dinamiche tra personaggi. Così come noi, anche i protagonisti di Avatar hanno a che fare con le nuove generazioni.

Avatar, la via dell’acqua: James Cameron spiega perché ha voluto Kate Winslet e Sigourney Weaver nel sequel

JL - Questo capitolo ha davvero tanto cuore. Per noi il faro nel produrlo è stato raccontare dei sentimenti che potessero toccare più persone possibili.

Sam, com’è stato tornare a interpretare Jake? Cosa ti ha detto James?

Sam Worthington - Sin da subito Jim mi ha dato un copione alto così che era praticamente un Avatar 1.5: verteva già anni fa sulla famiglia che il mio personaggio era riuscito a crearsi, contro ogni aspettativa. Mi ha convinto da subito: penso che una famiglia sia la naturale estensione dei protagonisti del primo film e della loro storia d’amore.

La maggior parte delle persone si sarebbe spaventata di fronte alla mole di lavoro e responsabilità che un sequel di questo tipo implica, ma Jim no.

Zoe, come ritroveremo Neytiri?

Zoe Saldana - C’è un livello di ribellione e caparbietà che il mio personaggio, Neytiri, ha sempre avuto e con cui anche io ho dovuto fare i conti. Alle volte può essere davvero pauroso abbandonarsi senza riserve a quello che un personaggio vuole fare, a ciò che prova. In questo caso, le sfide che lei affronta mi hanno fatto un po’ paura, alle volte mi hanno ferito. Ora che ha una prole, Neytiri lei è costretta a evolversi, ad amare qualcosa che le è stato insegnato merita odio, arrivando ad avere paura per la sopravvivenza dei suoi figli.

James Cameron - Vorrei aggiungere che è più semplice non avere paura quando non si hanno figli, ma quando c’è qualcosa di così grande in ballo come queste piccole creature, è normale essere terrorizzati. Ci sono cose che abbiamo fatto sul set che rimarranno sotto embargo per i nostri figli fino a quando avranno compiuto 14 anni (ride).

Per te invece Stephen, come è stato tornare a vestire i panni del tuo personaggio, il colonnello Miles Quaritch?

Stephen Lang - Anche per me è stato un piacere tornare a vestire i panni del personaggio, un uomo così amato e amabile (ride). Lui è un vero squalo ed è rimasto così.

Sigourney, avevamo lasciato il tuo personaggio morto e senza appello. Come ha fatto James a farti tornare?

SW - La prima volta che ho parlato con Jim d’interpretare la discendente del mio stesso personaggio era ancora il 2010. Ci abbiamo lavorato tanto, volevamo che fosse un vero personaggio adolescente. Per fortuna c’è stato tantissimo tempo, anni per prepararsi. Per farlo sono andata in una scuola superiore per studiare bene il tono acuto con cui gli adolescenti parlano e cambia tantissimo, anno dopo anno.

Kate, tu invece sei una nuova arrivata nel franchise di Avatar, anche se conosci James da tempo. Come è andata su questo set?

KW - Dovendo lavorare con Jim mi aspettato il meglio possibile da ogni aspetto. Lui è noto per la sua precisione, per voler spingere i limiti, continuamente. L’aspetto che però mi ha convinto del progetto è il fatto che Jim per tutta la carriera, non solo di recente, ha scritto personaggi femminili fantastici. Non tanto donne forti, ma bensì leader nate. Un personaggio così come quello che mi ha proposto questa volta…non capita spesso, nemmeno nel 2022. Mi sono sentita molto lusingata nell’essere stata chiamata da lui per interpretarlo ed entrare a far parte di un universo così palpabile, così vero…non potevo dire di no.

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James, cosa ci puoi dire dei tuoi personaggi femminili?

JC - Mi piace scriverli e dirigerli. Anche qui ci ho riflettuto tanto, volevo esprimessero una grande forza. Non è stato un problema con Neytiri nel primo film perché era forte e indomita, ma ci ho dovuto lavorare nel secondo perché è diventata madre. Ho voluto cambiare il suo status sociale, renderla una leader. Al contrario il personaggio di Kate deve essere sottomesso, umile…ma come potete immaginare, la cosa non dura molto.

Il problema con Grace invece è che alla fine del film era morta…morta morta. Abbiamo quindi creato la sua gravidanza, così che i due protagonisti possano prendersi cura della bambina. D’altronde il protagonista Jake aveva una relazione quasi genitoriale con Grace. Ci sono differenti modi di essere forte per una donna: per esempio la figlia di Grace non si butta in battaglia, non è proprio una guerriera, ma trova il modo di emergere.

Ci è giunta voce che hai stabilito una sorta di record di apnea durante gli allenamenti. È vero che sei rimasta sott’acqua più di 7 minuti?

KW - 7:15. Forse ho battuto anche il record di Tom Cruise.

Qual è la cosa che ti rende più orgoglioso di questo secondo Avatar, James?

JC - Il momento di cui sono più orgoglioso di questo secondo film è avvenuto appena due settimane fa. Mi ha emozionato vedere le facce di Kate, Sam e del resto del team mentre guardavano il film, vedere le loro emozioni.

JL - Io per la prima volta l’ho visto sei mesi fa, dopo aver passato mesi e mesi a prendere in considerazione ogni minuzia. A colpirmi sono stati i primissimi piani dei protagonisti, quanto esprimano dei sentimenti. C’è una scena in cui due personaggi si limitano a fissarsi, non dicono nulla, ma si capisce tutto. Sono orgoglioso di come si possano leggere le emozioni così umane sui volti di personaggi alieni.